Quella che stiamo per raccontarvi è la storia di una degli ospiti del Centro Cassio Morosetti, signora che durante la sua permanenza in struttura si distingue dagli altri per un’innata attenzione nei confronti di chi le sta intorno. Una predisposizione che in lei è sempre stata presente – ci racconta la figlia – anche prima della malattia, già dalla sua giovinezza quando, come aiuto infermiera, scelse di lavorare all’ospedalino assistendo bambini e ragazzi sotto i 18 anni.
Un amore per gli altri che le ha permesso di apprezzare le persone nel profondo e proprio per questo da giovane non riusciva a trovare un uomo del quale apprezzarne l’anima. Si definiva “zitellona” perché conobbe suo marito solo a 30 anni, età avanzata per il tempo, ma in lui vide la sua anima gemella, si sposarono e costruirono insieme una meravigliosa famiglia, con 2 figlie femmine, per le quali di lì in poi si prodigarono totalmente, emigrando in Svizzera per lavoro, per poi tornare in Italia e ritrovare hobby e persone care.
Una delle sue attività preferite era cantare. Cantava nel coro della Chiesa di San Sebastiano, guidato da Don Roberto, un’attività che le manca tutt’ora ma che ha abbandonato ormai da una decina di anni, andando in su con l’età. Ma di uscire, vedersi con le persone care e con i vicini non ha mai smesso: la mattina era solita uscire per fare le sue commissioni e fermarsi a chiacchierare, a scambiare opinioni e idee con i suoi compaesani… poi l’emergenza covid ha cancellato ogni possibilità di interazione e socialità. Ed é proprio li che è iniziato il declino.
La solitudine per chi ama il prossimo, per chi è solito prodigarsi per gli altri e per chi è abituato alle relazioni quotidiane è uno sconforto dalle conseguenze disastrose. Nonostante i continui contatti telefonici con le figlie, anche più volte al giorno, e fugaci incontri per la consegna della spesa, la casa era vuota, si è ritrovata sola. “Chissà – dice la figlia – magari le cose sarebbero andate comunque così se non ci fosse stato il COVID ma… questa situazione è stata lo spartiacque tra il dimenticarsi le cose – e diciamocelo, chi non lo fa? – e la diagnosi della malattia”.
La consapevolezza della malattia ha gettato l’intera famiglia nello sconforto… persino la signora, ancora lucida e consapevole, si ritrovava a piangere chiedendosi “perché proprio a me?”.
Ma la vita stava andando in quella direzione e l’unica cosa da fare era quella di rimboccarsi le maniche e iniziare a percorrere una strada quanto più agevole possibile, trovando soluzioni adeguate ed esperti per un supporto. Ora, come anticipato inizialmente, la signora è ospite del Centro Cassio Morosetti, arriva sempre con il sorriso la mattina ed ama le varie attività tanto da rattristirsi la domenica quando il centro è chiuso e lei non può andarci.
Alla domanda “che hai fatto oggi?” risponde che non si ricorda, ma che è stata sempre impegnata ed è stata bene… alla domanda “che hai mangiato” risponde che non si ricorda, ma che era tutto buonissimo: le poche informazioni che da non sono sufficienti per comprendere le sue giornate al Centro ma la soddisfazione e l’entusiasmo che ha quando torna a casa è ciò che più conta perché da Ottobre 2021, data dell’ingresso nel Centro Diurno, è migliorata nella gestione delle attività quotidiane, è più sveglia, risponde agli stimoli con più interesse e soprattutto quando le si chiede “come stai”, risponde a gran voce “benissimo!!!”. Insomma la malattia è sempre presente, ma ora si nota un cambiamento incredibile rispetto alla situazione precedente.
Stimolazione cognitiva, ginnastica, pranzo in gruppo, lavoretti pomeridiani, giochi di carte ed attività di gruppo all’interno del Centro è ciò che ha permesso alla famiglia di convivere con questa malattia così difficile da gestire.
“Per quanto posso andare ancora al Circolo?” – è così che lo chiama.
“Fino a che ti manterrai così e non peggiorerai” – risponde la figlia.
“Allora mi impegno a rimanere sempre così!”.
E’ questa la risposta che riassume l’importanza del Centro Cassio Morosetti per le persone affette da Alzheimer o altre Demenza.
Un Centro fatto di professionisti attenti alle esigenze dell’anziano che sta sviluppando anche un progetto molto interessante: sistemare lo spazio esterno della struttura, sita a Jesi, per permettere agli ospiti di godersi il sole e le belle giornate all’aperto.
Un sogno della stessa Signora della quale vi abbiamo raccontato la storia che, ci dice la figlia, apprezzerebbe moltissimo il trascorrere del tempo fuori, custodire fiori e lavorare l’orto – proprio come faceva prima dell’avvento della malattia – in un ambiente protetto e costruito su misura per persone affette da demenza.
Come Fondazione Vallesina Aiuta abbiamo lanciato una raccolta fondi per la costruzione del Giardino Terapeutico del Centro Cassio Morosetti.
Dona anche tu, anche una piccolissima cifra può fare la differenza!
https://www.gofundme.com/f/le-chiavi-della-memoria
Un ringraziamento speciale alla figlia della “Signora dal Cuore grande” che ci ha raccontato la storia di sua mamma con emozione ed entusiasmo.
Per maggiori info sul progetto:
info@fondazionevallesinaiuta.it
